Martiri della

Seconda Guerra Mondiale

Durante l’udienza concessa al Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, il Santo Padre ha autorizzato il suddetto Dicastero a promulgare dei decreti. Uno di essi riguarda il martirio delle Suore di Santa Caterina, uccise alla fine della Seconda Guerra Mondiale a Varmia dai soldati sovietici. Si tratta di suor Christophora Klomfass e delle sue 14 compagne.

Nella gioiosa attesa della loro beatificazione, che avverrà il 31 maggio 2025 a Braniewo, in Polonia, vogliamo onorare il Salvatore, che in queste martiri ha mostrato la sua vittoria, e allo stesso tempo invitarci a un breve momento di riflessione su queste donne che hanno sacrificato la loro vita per la fede, per la Chiesa, per i fratelli.

Ascoltiamo ciò che vogliono dirci oggi le Suore della Congregazione di Santa Caterina, martiri della Seconda Guerra Mondiale, vittime del comunismo.

Suor M. Christophora - Marta Klomfass

Nacque il 19 agosto 1903 a Raschung (oggi Rasząg) in Varmia. I suoi genitori, August Klomfass e Rosalia nata Such, la battezzarono nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Bischofsburg (Biskupiec), dandole il nome di Marta. Lì ricevette anche la prima Comunione. Era la quarta figlia di una famiglia numerosa e affettuosa. Terminò la scuola primaria a Rasząg e poi la scuola di sartoria a Biskupiec. Era una persona piena di gioia, dotata di senso dell’umorismo, disposta ad aiutare gli altri e amava cantare.

All’età di 19 anni, Marta entrò nella Congregazione delle Suore di Santa Caterina a Braunsberg (Braniewo). Le suore notarono la sua predisposizione per l’assistenza ai malati e la mandarono a studiare infermieristica per due anni a Königsberg (Królewiec). Nel 1926, dopo aver completato la formazione professionale, il diploma e il postulato, fu ammessa al noviziato. Durante i voti ricevette l’abito religioso e un nuovo nome, Christophora, che significa “portatrice di Cristo”. Il 25 aprile 1928 pronunciò i voti religiosi.

Fu inviata al suo primo incarico a Schönbrück (Sząbruk) per servire come infermiera parrocchiale. Si occupava anche dei paramenti liturgici e della preparazione della Messa. Più tardi, quello stesso anno, fu inviata a Frauenburg (Frombork) in una casa di cura ortopedica. Vi rimase solo per un anno, poiché nel 1929 fu trasferita a Groß-Bertung (Bartąg), dove forniva assistenza ambulatoriale ai residenti. Nel 1931 prese i voti perpetui.

Dal 1934 il suo successivo posto di lavoro fu l’Ospedale di Sant’Antonio a Wartenburg (Barczewo), svolgendo il ruolo di assistente durante le operazioni chirurgiche. Nel 1939 fu trasferita ad Allenstein (Olsztyn), dove, presso l’ospedale municipale, le fu affidato il compito di prima assistente medica in sala operatoria, e allo stesso tempo le fu affidato l’incarico di direttrice della scuola infermieristica per ragazze, che si trovava accanto all’edificio dell’ospedale. Alle sue allieve diceva sempre che “prima bisogna entrare in cappella e rendere gloria a Dio, poi andare in reparto e servire i malati.

Alla fine del 1944, l’ospedale era pieno di malati. Molti profughi arrivavano dall’est, dove già si combatteva ferocemente. Le suore di Santa Caterina erano consapevoli che l’incursione dell’Armata Rossa avrebbe potuto mettere in pericolo la loro vita e quella dei malati da loro assistiti. Le folle di persone che arrivavano avevano sentito ripetutamente parlare della brutalità dei soldati e dell’ostilità verso la fede cattolica. Suor M. Christophora, sentendo tutto questo, ma non immaginando ancora cosa l’aspettava, reagì con coraggio e fermezza affermando a gran voce che non si sarebbe mai lasciata soggiogare ribadendo che avrebbe piuttosto dato la vita. Era consapevole che la sua missione era quella di portare Cristo. Riteneva che l’abbandono dei malati significasse abbandonare Dio.

All’inizio del gennaio 1945, le autorità dell’ospedale cercarono di organizzare l’evacuazione dei pazienti, ma la rapida avanzata delle truppe sovietiche in Varmia rese impossibili questi tentativi. Nella notte tra il 21 e il 22 gennaio 1945, le truppe del Secondo Fronte Bielorusso occuparono Olsztyn. La maggior parte dei pazienti dell’ospedale era già alla stazione ferroviaria, mentre l’ultimo gruppo, impossibilitato a lasciare l’edificio, si rifugiò nel seminterrato. Suor M. Christophora fu una delle ultime infermiere a raggiungere il rifugio, poiché aveva assistito in sala operatoria per tutta la notte. Dopo l’ingresso dei sovietici, nel trambusto e nelle grida generali, uno dei soldati la fermò e la portò in un luogo appartato. Nonostante la paura, con la sua caratteristica fermezza, lottò eroicamente per difendere la sua castità e non si arrese fino alla fine. Morì probabilmente nel pomeriggio del 22 gennaio 1945, all’età di 42 anni. Fu sepolta nel cimitero dell’ospedale. Dopo l’esumazione, effettuata nel 2020, il suo corpo fu portato a Braniewo. Riposa nel cimitero accanto al convento. La morte di questa indomita infermiera e suora fu davvero eroica e fu la prima di oltre cento Suore di Santa Caterina, vittime della Seconda Guerra Mondiale.

Le nostre compagne

Sr. M. Christofhora e le sue compagne…

Conosci le suore che hanno fatto e fanno parte della storia della nostra Congregazione.